Un violento refrigerio

Testimonianze della vita di paese durante il periodo bellico e postbellico attraverso notazioni di costume, quadretti all'aria aperta, reminiscenze fiabesche colti senza la pretesa di trasfigurarli e nobilitarli nei termini dell'immaginazione poetica tradizionale. di GIORGIO PARAVENTI

 

 

Subito dopo la guerra, la mancanza dei servizi di trasporto pubblico impediva una regolare consegna dei giornali.

Le radio badavano a trasmettere i notiziari nazionali mentre poco e nulla si sapeva dei fatti regionali e provinciali.

Per gli appassionati sportivi, tuttavia, erano necessari anche gli approfondimenti riguardanti gli avvenimenti che occorrevano nel circondario.

Fu così che un edicolante di Cagli istituì un servizio di consegna dei quotidiani Il Resto del Carlino e Stadio.

Provvedeva al recapito un singolare giovane individuo che affrontava il percorso Cagli, Frontone in bicicletta da corsa.

Rimarchevole era il fatto che il giovane era leggermente claudicante a causa della poliomielite, ma ,nonostante l'imperfezione fisica (aveva una gamba leggermente più corta) era molto puntuale nel condurre a termine il suo impegno. 

Avvenne, così, che si apprese del passaggio, nel nostro paese, di una corsa ciclistica.

In un periodo in cui le biciclette erano molto rare tra gli adulti e del tutto assenti tra i bambini, la sola idea della vista del mezzo veloce da corsa ci faceva sognare ad occhi aperti. 

Con ansia s'attendeva il transito dei ciclisti nella polverosa strada maestra.

Commentavamo quali potevano essere i punti critici di maggiore difficoltà in cui, i più bravi, avrebbero potuto far valere la loro classe.

La salitella che dalla Tana portava alla Chiesa della Madonna del Bonconsiglio, sembrava ,senz'altro , il punto fatidico.

Considerando, inoltre, che la corsa si concludeva a Fano, furono in molti a ritenere indispensabile assicurare un adeguato servizio di brocche d'acqua, proprio al culmine della leggera ascesa, per alleviare l'arsura degli atleti.

Su come, tuttavia, porgere l'acqua ai corridori vi era molta incertezza poiché nessuno aveva sufficiente esperienza per gestire degnamente l'incarico.

Nell'assolata domenica d'agosto quasi tutta la frazione era assiepata ai bordi della strada. 

Dopo un'impaziente attesa, la corsa sulla strada non asfaltata era massacrante, comparve la staffetta in motocicletta e di lì a poco i primi corridori.

Al passaggio dei quali eravamo tutti talmente presi dallo spettacolo inconsueto che ci si dimenticò delle brocche d'acqua.

Gli ultimi del gruppo, in maggior affanno, il refrigerio, invece, lo richiedevano.

Carlino, forse emozionato dall'evento, non sapendo se tirare l'acqua o attendere che la brocca fosse presa dai corridori, sporse il braccio tenendolo rigidamente fermo all'altezza della loro testa .

Un concorrente, particolarmente bisognoso di rinfrescamento, era pronto ad afferrare la brocca, ma Carlino non interpretando bene questo suo desiderio rimase fermo con il braccio.

L'impatto con la testa dell'ansante corridore fu inevitabile.

Carlino rimase, così, con il manico in mano mentre la brocca, andata in frantumi, aveva procurato un bel bernoccolo al malcapitato ciclista.

Dopo un pauroso scarto della ruota anteriore, tuttavia si riprese, rivolgendo un saluto non troppo benevolo allo sprovveduto tifoso. 

Subito dopo il passaggio degli ultimi corridori, quasi a volerci confrontare con loro, prendemmo il nostro amato cerchio, dalla curva bacchetta guidato, e in scioltezza ripercorremmo la salita della Tana.

 

Castelplanio 03.01.03

 

 

UN IMPROBABILE MIRACOLO

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LA SALA DELLA ROCCA