Un improbabile miracolo

Testimonianze della vita di paese durante il periodo bellico e postbellico attraverso notazioni di costume, quadretti all'aria aperta, reminiscenze fiabesche colti senza la pretesa di trasfigurarli e nobilitarli nei termini dell'immaginazione poetica tradizionale. di GIORGIO PARAVENTI

 

 

Gigino sin da piccolo aveva dimostrato una scarsa predisposizione ai duri lavori campestri.

Sembrava che fosse vocato per gli studi, ma non combinò molto neanche con le sudate carte.

Non mancava, invece, di fantasia perciò si fece la fama di personaggio stravagante e un po' bizzarro.

I suoi discorsi erano sempre vagamente strampalati per quella sua mania di mescolare, nella realtà dei fatti, argomenti che invece rappresentavano le sue estrose aspirazioni. 

Nel 1946 la società SISAL lanciò il concorso pronostico basato sui risultati delle partite di calcio.

L'iniziativa si mostrò sùbito vincente e ben presto ogni ricevitoria del Totocalcio si animò di speranzosi giocatori tutti in attesa della fortunata vincita. 

Gigino divenne uno dei più assidui frequentatori delle ricevitorie, ma da quel gran polemista che era, mal sopportava le perdite al gioco.

Trovava delle giustificazioni bislacche mai pensando, invece, che, come si suole dire, la fortuna è cieca. 

In quello stesso periodo si cominciò a parlare di un altro avvenimento clamoroso: il presunto movimento della statua della Madonna, in bronzo dorato, posta sopra il fastigio della facciata della chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi.

Tutta l'Italia ne parlava e, come al solito, nascevano delle grandi dispute sulla presunta veridicità o meno del fenomeno. 

Il nostro singolare personaggio, proseguendo nella sua ricerca esasperata della vincita alla "SISAL", aveva giocato una schedina che tuttavia, per un certo malinteso o confusione con il ricevitore, non era stata fustellata.

La schedina era stata vincente.

Con grande strepito Gigino diffuse ai quattro venti la notizia facendo risaltare, ovviamente, la sua maligna sorte.

Erano in molti, tuttavia, a ritenere che Gigino avesse compilato sì la schedina, ma che poi n'avesse giocato un'altra.

In breve tempo, in ogni caso, i paesani, quasi convinti, erano a conoscenza della supposta mancata vincita di Gigino.

Mio padre Alpino, che dopo avere abbandonato il mestiere di fabbro per fare il ferroviere alla stazione di Fabriano, conservava, a Frontone, ancora alcuni clienti cui, in occasione delle grandi feste tagliava i capelli.

Tra questi vi era Gigino.

In una seduta nell'improvvisata barbieria di casa Paraventi, Gigino non si lasciò sfuggire all'occasione per esporre il suo angoscioso caso.

Mio padre non del tutto informato sulle vicissitudini di Gigino e a perfetta conoscenza, invece, del clamore suscitato dal "miracolo di Assisi", confuse la "SISAL" con la cittadina umbra.

A commettere questo errore aveva contribuito anche Gigino stante la sua pessima abitudine di parlare in fretta senza sillabare.

Al termine del suo lungo panegirico, pertanto, invece di sentirsi confortato per la sua cocente sfortuna, Gigino, udì il barbiere proferire delle parole per lui senza senso:

 

“si ho sentito di ch' la Madonna s' move, ma io non c' credo”.

 

Il mancato vincitore alla SISAL, amaramente deluso dalla risposta da cui cercava conforto e comprensione, fece un timido tentativo di chiarire il disguido cacofonico, ma ormai la fragorosa risata degli astanti era incontenibile.

 

 

Castelplanio 27.11.02

 

 

LA STROPPA

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UN VIOLENTO REFRIGERIO