Il ballo della liberazione

Testimonianze della vita di paese durante il periodo bellico e postbellico attraverso notazioni di costume, quadretti all'aria aperta, reminiscenze fiabesche colti senza la pretesa di trasfigurarli e nobilitarli nei termini dell'immaginazione poetica tradizionale. di GIORGIO PARAVENTI

 

 

Fu festa per pochi:

partigiani, vecchi e bambini.

La gran gioia non si trasformò in baccano,

ognuno aveva il pensiero rivolto

al soldato lontano.

 

L'Italia era libera,

infranta era stata la dittatura,

ma la democratica ripresa,

lenta sarebbe stata,

troppi lutti laceravano l'intesa.

 

La fisarmonica comparve inaspettatamente

l'irresistibile armonia,

di trascinante malinconia,

al ballo invitava,

là sull'aia,

sul selciato del pagliaio.

Scarpe grosse e vesti striminzite,

ogni coppia danzava

con evoluzioni intristite.

 

Tutti,

che attinto avean a quel vinello asprigno,

con vaga tristezza,

dimenticar vollero,

del presente, l'incertezza.

 

 

 

Castelplanio 21.03.02

 

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