CULTURA E POLITICA NON VANNO D'ACCORDO |
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di Alessandro Fornetti |
Da circa 40 anni porto avanti l’attività di radioamatore. Ho sempre avuto la passione per l’elettronica e le comunicazioni via radio e dietro tale passione ho dato l’esame per diventare radioamatore, ho preso la patente e ho la licenza di trasmissione con il nominativo IK6BMY. E’ un’attività che dà anche molte soddisfazioni, pensare di poter parlare via radio con un altro radioamatore in un’altra parte del globo oltre al piacere è anche una sfida, nel ricercare sempre nuove tecnologie ed anche nuove antenne che molte volte per questioni di costo si preferisce costruire da soli e non comprarle. Ma quello di cui voglio parlare in queste poche righe è l’attività di SWL e del rapporto di questa con la politica nostrana. L’abbreviazione SWL deriva dall’inglese SHORT WAVE LISTENING che tradotto alla lettera significa “Ascolto delle onde corte”. Significa in poche parole ascoltare quelle frequenze ad onde corte dove trasmettono le broadcasting di tutto il mondo. L’attività si può fare con una normalissima radio di casa, che abbia la possibilità di ricevere le frequenze che ci servono e mettersi ad ascoltare le varie radio nel mondo. Nulla di difficile. Negli anni ‘70 dopo cena, accendevo la radio, cercavo una stazione che arrivasse bene e fosse comprensibile, nelle onde medie c’è la possibilità di sentire scarichi e disturbi di varia natura o avere un segnale che diminuisce per poi ricrescere e fare così una continua altalena che non permette una comprensibilità perfetta. Le stazioni radio più ricercate all'epoca erano RADIO PECHINO, RADIO TIRANA ed altre che erano di difficile ascolto perché il sistema politico di quei paesi non permetteva le libere trasmissioni. Se si aveva la fortuna di sintonizzarsi in una buona stazione, la si ascoltava e successivamente si spediva all’emittente un rapporto di ascolto in cui si comunicava che in una precisa data ed ora, era stata ascoltata una trasmissione che parlava di un determinato argomento e si segnalava pure la qualità dell'ascolto con il codice SINPO che stava ad indicare S = Forza segnale, I = Interferenze, N = Rumore (o noise), P = Evanescenza, e O = Valutazione complessiva. I valori che venivano segnalati andavano da un minimo di 1 a un massimo di 5, dove 1 era scarso e 5 ottimo. L’insieme dei dati davano la possibilità all’emittente di poter sapere che in una determinata zona dell’Italia il segnale arrivava con una determinata potenza, e se c’erano stati o meno disturbi o interferenze. L’insieme di tanti rapporti provenienti da tutto il mondo permetteva all’emittente di poter regolare la direzione delle antenne verso quelle zone dove il segnale era più debole. Una volta ricevuto il rapporto scritto dall’ascoltatore, l’emittente rispondeva con una cartolina a volte riproducente la stazione radio con i dati tecnici degli apparati e lo staff dei conduttori la trasmissione o un panorama o monumento che contraddistingueva la città dove l’emittente aveva sede. L’attività prevedeva l’invio di successivi rapporti d’ascolto, con cadenza settimanale o mensili a seconda degli ascolti che ognuno faceva, non c’erano vincoli o impegni di nessuna sorta. L’emittente dopo il secondo rapporto mandava o altre cartoline o una lettera con i programmi da seguire, gagliardetti, bandierine, poi andando avanti per premiare la fedeltà dell’ascoltatore, seguivano oggettini di artigianato locale, libri ed altro materiale di valore sempre più elevato. Personalmente la sera mi mettevo alla ricerca di una stazione che si ricevesse bene e mi mettevo all’ascolto. Purtroppo per me la stazione che arrivava meglio e per la quale ho avuto qualche problema è stata RADIO MOSCA. 40 anni fa la Russia non era quella di oggi, in Italia c’era da un lato la Democrazia Cristiana che vedeva la Russia come il demone peggiore, la nazione dove i dissidenti venivano mandati in Siberia, dove non c’era libertà di parola e dall’altra il Partito Comunista Italiano che invece si ispirava al modo di governo di quella nazione. Mi capitava spesso, soprattutto al mattino anche di parlare via radio con radioamatori russi, ma i discorsi che si facevano via radio erano puramente di carattere tecnico, era ed è tuttora assolutamente vietato nell’attività radioamatoriale di parlare di politica. Fatto sta, dopo aver mandato il mio primo rapporto d’ascolto a Radio Mosca, dopo una decina di giorni ho ricevuto una bellissima cartolina con la foto della torre dove ha sede l’antenna dell’emittente e soprattutto con un francobollo di grandi dimensioni e coloratissimo veramente di rara bellezza. Dopo la prima cartolina, seguirono altre lettere e pacchi, sempre con francobolli vistosi e soprattutto con la scritta “Radio Mosca”, Mosca, URSS. La cosa è durata vari anni, il risultato è stato che nell’ambiente politico locale si parlava di me come di un sovversivo che riceveva posta dalla Russia, e che parlava per radio con i russi. Naturalmente i politici e i seguaci della DC mi evitavano avendomi da tempo scomunicato, mentre quelli del PCI mi vedevano come il fumo negli occhi, perché proprio loro, che erano fedeli seguaci del pensiero comunista, non avevano mai potuto avere la possibilità di parlare o contattare dirigenti della Sacra Madre Russia. Per tutte due le parti ero il “nemico”, non era possibile parlare con loro di un’attività che portava anche cultura, che quello che si ascoltava per radio altro non era che un comune notiziario o argomenti culturali riguardanti scoperte scientifiche o nuove tecnologie utilizzate in agricoltura in quel paese che una volta era chiamato “il granaio del mondo”. Questo mi ha fatto pensare che la cultura e la politica non vanno d’accordo.
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